La santità è l’ideale della vita che si realizza giorno per giorno, non servono tanti anni, basta poco: si può essere santi anche da ragazzi, da adolescenti, da giovani, ogni età è buona. I ragazzi hanno il vantaggio di capire subito in che cosa consiste la santità e ce lo dicono con la semplicità delle loro parole e l’esempio della loro vita.
Carlo Acutis è un quattordicenne di cui la Chiesa dichiara che ha vissuto secondo il vangelo, Dio lo ha confermato con i miracoli ed è un modello di vita cristiana.
Cos’è la santità? E’ essere amici di Gesù Cristo e vivere di questa amicizia. Gesù Cristo è l’Eucarestia. Carlo lo capì e si mise alla ricerca dei segni che lo dimostrassero e divenne un ricercatore di tutti i miracoli eucaristici. Stupendo! A tredici anni non poteva scrutare le Scritture o leggere la “Summa Theologica” di San Tommaso, ma poteva parlare direttamente con l’Amico che era presente nell’Ostia e che di tanto in tanto si rivelava nei miracoli eucaristici. Fece una raccolta dei miracoli e ne fece una mostra che può essere ancora apprezzata. Gli amici del mio Amico sono i miei amici: così divenne amico di Francesco, di Giacinta di Fatima, di Domenico Savio, di Luigi Gonzaga e di Tarcisio. Grande lezione: essere amico dei Santi. Anch’io ringrazio Dio di essere stato alunno dei salesiani quando fu beatificato Domenico Savio e mi sono rimaste impresse le sue parole: “I miei amici saranno Gesù e Maria”, che sono state un riferimento forte per tutta la mia vita perché, onestamente, gli unici veri amici sono loro due!
Carlo era un brillante studente, sportivo, amante dell’informatica. Se volete conoscere qualcosa di bello di Lui basta cercare in internet e potrete ascoltare addirittura sua madre che parla del figlio beato.
Donandoci Carlo Acutis, il Padre ha voluto ricordare a tutti che la santità è la meta della vita che deve essere proposta a tutti fin da bambini, che Gesù è il vero amico per la vita e che i suoi amici possono diventare anche i tuoi amici.
Penso alla storia che ci hanno fatto studiare fin dalle elementari fatta di guerre volute da autentici delinquenti!
Ricordo, invece, con piacere e riconoscenza il clima dell’oratorio salesiano, che frequentavo, dove anche le squadre di calcio avevano il nome dei santi. La deculturazione della nostra fede ha fatto pensare che fossero addirittura cose sconvenienti e non rispettose per chi non ha la nostra fede. Così, anziché presentare a chi non crede i nostri amici, li nascondiamo. Forse ci vergogniamo di loro. Carlo Acutis ci viene presentato dal Signore stesso, attraverso la sua Chiesa come modello per tutti i ragazzi.
Ai ragazzi e ai giovani che già alla sua età vanno di nascosto in discoteca, presentare Carlo Acutis come modello sembra un’assurdità, eppure è quanto la Chiesa deve fare per assicurare alla società un futuro migliore e ai ragazzi una vita sana e santa.