Non sono un teologo, pur avendo studiato teologia nelle università. Ho avuto la grazia di avere dei professori troppo grandi, veri teologi per dichiararmi tale. P. Zoltan Alzeghy S.J. alla Gregoriana, P. Bernard Häring nell’Accademia Alfonsiana, P. Lyonnet S.J. a Spiritualità, Gabrio Lombardi, Emilio Betti e Giacomo Violardo al Laterano, mi hanno fatto sentire alunno, studente, per tutta la vita. Mi hanno insegnato la teologia e, più onestamente, conosco bene il catechismo della Chiesa cattolica per poter leggere i libri di Hans Küng, apprezzarne il valore e rilevarne i limiti. E’ certamente un autore che si fa leggere ed ha scritto su argomenti molto interessanti e di grande impegno. Purtroppo non conosco il tedesco, ma tutti i suoi libri, tradotti in italiano o in francese, li ho letti con gran gusto. Era certo che, dopo aver esposto la sana dottrina, non riusciva a non diventare polemico con la Chiesa, in particolare con due Papi: Pio XII e Giovanni Paolo II. Mi ha molto avvicinato a lui la sua autobiografia, in cui racconta i suoi anni al Germanicum e alla Gregoriana. Erano anni belli ed era l’esperienza di tutti i seminaristi di quei tempi. Divertenti i suoi diverbi col ripetitore di teologia, ancora vivente, che tra l’altro era contrario alla sua ordinazione sacerdotale. Lo conosco personalmente e capisco bene quale potesse essere il loro rapporto. E’ stato un uomo leale, fedele alla Chiesa anche se libero nel suo pensiero. Il Card. Kasper, stamani, ne ha fatto un bell’elogio sul Corriere della Sera. E’ sempre rimasto nella Chiesa e sacerdote.
Ripeto che non sono un teologo per permettermi di criticarlo, ma devo dire che i suoi scritti mi hanno molto stimolato alla riflessione.
“L’infallibile?” fu la sua pietra d’inciampo, lo riconobbi anch’io inopportuno, anche se sono convinto che non credere all’infallibilità del Papa non comprometta la salvezza eterna di un teologo. Fatto sta che proprio per quello gli fu tolta l’autorizzazione all’insegnamento della teologia da parte della Santa Sede. A questo punto voglio raccontare un fatto che me lo ha fatto stimare e, direi, reso anche simpatico.
Nei giorni in cui gli fu tolta la facoltà dell’insegnamento si trovava a Roma e una sera concesse un’intervista alla televisione italiana. L’intervistatrice era una giovane giornalista che gli poneva le domande, ma che riceveva risposte molto secche e decise contro Papa Giovanni Paolo II, del quale disse ogni male fino al punto che l’intervistatrice, in evidente difficoltà, fece la domanda finale: “Professore, se è Papa qualche merito lo avrà anche lui, no?”. Küng si fece serio e dopo qualche minuto di silenzio disse “Sì. Quell’uomo ha la fede di un bambino e questo è sufficiente per fare il Papa”.