Centoventisette milioni di fratelli sono stati colpiti dal virus, settantadue milioni ne sono usciti guariti , due milioni e settantanove mila sono morti. E’il vero venerdì santo dell’umanità. Questi milioni di letti su cui sono immobilizzati dentro i caschi respiratori questi nostri fratelli sono l’immagine di Cristo Crocifisso che in loro rinnova la sua passione. Da quei letti sale a Dio la preghiera stessa di Gesù: “Padre, perché mi hai abbandonato” e poi nella solitudine assoluta “Nelle tue mani affido il mio spirito”.
Sono loro i veri poveri secondo il Vangelo dei quali “è il Regn di Dio”. Poveri di tutto: della loro libertà di movimento, della loro libertà di decisione, poveri di amici , di familiari e sperimentano che di lì a poco verrà chiesta anche la vita che sentono che si sta spengendo.
Qual’ è l’atteggiamento della Chiesa se non quello di stendere le mani su queste ostie pronte per essere immolate e invocare in una grande Epichesi “Manda il Tuo Spirto a Santificare questi doni perché diventino per noi il Corpo e sangue del tuo Figlio”
Su ogni croce c’è inchiodato Gesù che si immola per la salvezza del mondo. Incredibile, ma vero, loro collaborano nel modo più efficace a migliorare il mondo.
E il mondo dinanzi a loro si comporta esattamente come nel primo Venerdì Santo sul Calvario: passa indifferente facendo scongiuri e protestando perché non vengono aperti bar, ristoranti, stazioni sciistiche perché il mondo ha bisogno di vivere e vivere significa consumare, consumare tutto, anche le notizie sui morenti che diventano soltanto fredda statistica, puri numeri.
Eppure è la Croce che salva il mondo. tutto ciò che non è segnato dalla Croce non è cristiano: ecco perché non ci si ferma ad una considerazione su che cosa vuol dirci la natura, quindi Dio, attraverso questa esperienza di croce. Si è cercato perfino di negarne l’esistenza da parte di Capi di Stato che essendone toccati anche loro hanno dovuto ammettere che la Croce c’èra ed era ben pesante. La Croce fa crescere, fa diventare più buoni ed è per questo che possiamo legittimamente sperare che quando sarà finita questa esperienza di Croce, quando il Signore la riterrà sufficiente come lezione, l’umanità sarà migliore.
Si parla continuamente di Coronavirus credo che manca la Parola di coloro che fanno l’esperienza. Sono Cristo che dalla Croce sillaba alcune parole che sono la sintesi di tutto il suo Vangelo e che gli evangelisti hanno raccolto per noi.
Papa Wojtyla, che di croce se ne intendeva, disse “C’è un Vangelo superiore, il vangelo della sofferenza”. Cosa voleva dire? Penso che attraverso la Croce e la sofferenza arriva la verità, l’autentico Vangelo.
Abbiamo bisogno di ascoltare la voce purificata di questi nostri fratelli: Diteci voi cosa dobbiamo fare? Diteci come vivere dopo questa avventura di sofferenza. Fateci voi il programma di vita del dopo Covid. Annunciateci quel vangelo che la Croce ha piantato nella vostra carne. Noi crediamo che la Vostra Croce è la Croce di Cristo, che siete il Cristo che soffre e muore e che le Vostre Parole sono le sue Parole.