In questo momento di dopo pandemia “che ha messo in luce la sostanziale irrilevanza della chiesa cattolica nelle dinamiche sociopolitiche italiane si segnala che il 39% degli italiani e il 50% dei praticanti , la chiesa ha accettato troppo acriticamente le decisioni del governo di sospendere prima e di limitare poi le funzioni religiose e la passività non è stata solo dei vertici: appena il 26% dei praticanti ha vissuto come una privazione non poter andare a Messa durante il lockdown”.
Mi permetto di sottolineare la mancanza e sentire la privazione durante questo lungo digiuno eucaristico durante il quale si è pensato di valorizzare le celebrazioni per televisione e sostituire l’Eucarestia con la “Comunione spirituale”. Abbiamo letto davvero cose poco serie anche da sedicenti teologi quali: ridurre l’Eucarestia alla Comunione e, addirittura alla Comunione spirituale. L’Eucarestia è insostituibile. Quando non c’è “manca” e basta. Bisogna far di tutto che ci sia per tutti coloro che la desiderano nonostante le leggi invadenti e improprie dello Stato.
La conseguenza è stata immediata e , permettetemi anche logica: la diminuzione delle presenze alla Messa domenicale dal momento che: alla televisione possono scegliersi quella che vogliamo invece della parrocchia dove il parroco fa la predica troppo lunga, i ragazzini disturbano, c’è freddo d’inverno e caldo d’estate e alla comunione fare la comunione spirituale. Se può essere di conforto per i malati che non possono recarsi in chiesa non può sostituire neppure per loro l’Eucarestia che non è sostituibile da niente.
La figura di un martire dei primi secoli della chiesa è conferma dell’insostituibilità dell’Eucarestia: San Tarcisio.
Fa testimonianza di Lui la lapide funeraria che Papa Damaso I fece scrivere, nelle catacombe romane di San Callisto, sulla tomba del giovane. Si dice che è stato ucciso mentre portava l’Eucarestia ai cristiani in carcere che il giorno seguente avrebbero dovuto affrontare il martirio. Era difficile arrivare fino a loro, si offrì questo ragazzo di dodici anni a cui fu consegnata l’Eucarestia. Racconta la storia che durante la strada fu scoperto ma non volendo consegnare “i misteri” fu ucciso.
Figura splendida di martire che è diventato patrono dei ragazzi che servono all’altare ma anche modello per ogni cristiano.
A noi , oggi, dice che l’Eucarestia non è sostituibile da niente e che è soltanto attraverso di essa ,che è Cristo stesso, si può anche riuscire ad affrontare il martirio che, come dice il Concilio Vaticano II “deve essere il desiderio di tutti anche se è il premio soltanto di alcuni”.
I martiri sono il modello fondamentale di ogni cristiano e , questo ragazzo, amico dei martiri, si fa anche nostro amico per essere modello di un cristianesimo non riduttivo e accomodato alle circostanze ma come autentica sequela di Cristo.