Siamo al secondo momento importante della pedagogia della Croce che la Chiesa ci propone. Il Cireneo porta la Croce, ma non è sua, è quella di Gesù.
Prima della riforma liturgica la Croce aveva due feste liturgiche: l’invenzione della Santa Croce, il 3 maggio e l’esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre.
Purtroppo la prima è stata soppressa, ma ciò che voleva insegnarci è quanto mai attuale. Ricordava una bellissima tradizione che risaliva a Sant’Elena, la mamma di Costantino, che, dopo aver costruito tante chiese sui luoghi della vita di Cristo, voleva anche ritrovare la vera Croce del Signore. Sotto il calvario vi erano ancora una grande quantità di travi su cui erano stati crocifissi i condannati a morte e tra di esse sicuramente c’era anche quella che interessava a lei, quella di Gesù. Diede ordine di distendere tutte queste travi per terra e fece posare su di esse dei malati paralitici. La tradizione ci dice che quando toccavano una di queste travi si alzavano in piedi, completamente guariti: era chiara l’indicazione divina di quale fosse la Croce di Gesù.
Il secondo momento della pedagogia della Croce è proprio questo: riconoscere che la nostra croce è la Croce di Gesù, fino ad avere la certa convinzione, come il Cireneo, che la croce che portiamo è quella del Signore. Dal momento in cui Lui ha abbracciato la Croce ed ha cominciato la via del calvario, ha abbracciato tutte le croci, le ha fatte sue e le porta per la salvezza del mondo.
Il Cireneo è l’immagine di ogni uomo che porta la Croce. “Chi non prende la sua Croce e non mi segue, non è degno di me” (Mt 10,38). Ogni credente può dire con San Paolo: “D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: infatti io porto le stimmate di Gesù nel mio Corpo” (Gal 6,17).
Quando un cristiano ha capito che le croci della sua vita sono la stessa Croce di Cristo, può dire come San Paolo: “Quanto a me, non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore Nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso come io per il mondo. Non è infatti né la circoncisione che conta né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura” (Gal 6,14-15).
Teniamo ben presente il cammino pedagogico che la Chiesa ci offre riguardo alla Croce.
Primo: riconoscere in tutte le difficoltà della vita la Croce e tutte ridurle allo stesso denominatore comune: Croce.
Secondo: riconoscere che ogni croce è la Croce di Gesù, celebrare l’invenzione della Santa Croce.