E’ bello impugnare la Croce come uno scettro e potersi gloriare di essa, ma a condizione che l’abbiamo portata e abbiamo sentito su di noi tutte le conseguenze, la sua pesantezza e l’umiliazione.
Gesù, il Figlio di Dio che regge l’universo, non ce l’ha fatta a portare la croce e soccombe sotto di essa e cade. Che umiliazione! E le spinte, le minacce degli esecutori che lo spingevano a riprendere il cammino. Gesù si rialza e riparte per l’ultima tappa verso il Calvario.
Gesù vuole insegnarci che è normale cadere sotto le croci della vita; è umano vivere l’umiliazione della caduta, ma è anche possibile ripartire e concludere il viaggio che porterà al Calvario.
Quanto è dura la vita! E’ un passaggio di Croce in Croce. Le nostre tappe si possono contare proprio dalle cadute e dalle riprese, per poi ricadere e ripartire. Gesù ha voluto dimostrarci col suo esempio che la vita è un cadere e un risorgere per poi ricadere e rialzarci.
E’ la storia dell’umanità che è passata da guerre ed epidemie, che son diventate più o meno pandemie, per poi ripartire, con la fiducia o illusione di essere più bravi la prossima volta, mentre invece le prove ci sorprendono e ci stupiscono facendoci riconoscere ogni volta più poveri “figli di Eva, gementi e piangenti in questa valle di lacrime”.
Sarebbe sbagliato lasciarci scoraggiare dalla caduta e dal peso della Croce: Dio dà la grazia corrispondente per poterle portare e rialzarci.