Fede e paura
XII Domenica del T.O.
Gesù, parlando ai suoi che manda ad annunciare il vangelo, li mette in guardia circa la situazione che troveranno e anche quelle che saranno le loro reazioni interiori.
La parola si apre con la situazione di Geremia: “Terrore all’intorno, denunciatelo e lo denunceremo. Tutti i miei amici spiavano la mia caduta”. Erano le premesse di quanto è poi capitato al Profeta che rimane fedele alla sua missione. La forza che spinge i profeti ce la rivela San Paolo nella seconda lettura: “L’amore di Cristo ci spinge. Se uno è in Cristo è una nuova creatura”.
Perché colui che viene ad annunciare la Parola di salvezza deve incontrare tante difficoltà, anziché accoglienza ed entusiasmo da parte di tutti? Sembra addirittura un controsenso: si pensa che il bene dovrebbe trionfare sul male!
La visione del mondo che ci spiega la ragione è quella apocalittica, cioè nel mondo si svolge una lotta continua tra il bene e il male, una lotta che ha voluto sperimentare Gesù stesso nel deserto delle tentazioni. Viviamo nella guerra continua tra il bene e il male, lo spirito e la carne, Dio e satana. Satana è menzognero, illude e tenta continuamente come tentò Eva nel Paradiso terrestre: “Quello che vi ha detto Dio è falso, non vuole che voi diventiate come lui!”
La prima attività del nemico è suscitare la paura. Sembra strano, ma il demonio riesce a creare sfiducia in Dio e nella sua parola: Dio ti inganna, ti imbroglia, finirai male. Chi deve annunciare ci pensa bene prima di impegnarsi; fa una selezione tra ciò che è “politicamente corretto” e ciò che è meglio non dire, è prudente rinviare, è fuori stagione. Non fu certamente questo il calcolo che fece Giovanni Battista quando denunciò la relazione scandalosa di Erode e, appunto, ci rimise la testa. Nel Vangelo è evidente l’alternativa: fede o paura; chi ha fede non ha paura e chi ha paura non ha fede.
L’annuncio deve essere chiaro e pubblico. Fare luce. Gesù dice: “Voi siete la luce del mondo, siete il sale della terra”, la luce illumina e il sale mantiene. Senza la luce e senza il sale il mondo è al buio e si corrompe. È duro accettarlo, ma gran parte della corruzione del mondo, e anche nella chiesa, è dovuta all’irresponsabilità di chi dovrebbe illuminare e salare.
Gesù parla di tenebre e di ascoltare all’orecchio. Credo che sia chiaro: per illuminarci sul suo modo di intervenire attraverso la Parola Dio parla sempre ai singoli, alle persone, non ha un suo centro di propaganda, ma si fa sentire, attraverso il suo Spirito, all’orecchio dei singoli. Lo Spirito Santo suggerisce, ci ha detto Gesù, non grida. Spetta a noi fare da altoparlante di ciò che ci è stato suggerito.
La lotta tra il bene e il male, lo Spirito e il demonio è l’atmosfera in cui viviamo. Se il demonio ha le sue vittorie anche Cristo ha le sue. Penso ai martiri che hanno annunciato la verità a prezzo della loro stessa vita. Penso a Don Pino Puglisi come esempio di coraggio, ma penso anche a tutti i martiri delle varie tirannie del secolo scorso. Penso anche a quanti accettano l’emarginazione del mondo politico per il loro pensiero cristiano.
Gesù conclude assicurando la sua protezione e dà l’assicurazione che è sempre vigile sulla lotta che viviamo nel mondo fino ad essere attento a ciascuno dei nostri capelli.