Verso Gerusalemme

Epifania 2023

Verso Gerusalemme

L’Epifania ci invita a metterci al seguito dei Magi per arrivare a Gerusalemme. Fecero un lungo viaggio, condotti dallo Spirito del Signore, che nell’ultimo tratto si concretizzò in una stella misteriosa che li condusse fino al luogo in cui si trovava e lì incontrarono il Signore.

Gerusalemme fu la loro meta ed è il centro e il desiderio di ogni vero Israelita, perché è il luogo della manifestazione della gloria divina, come Dio aveva promesso al popolo per consolarlo: “Allora si rivelerà la Gloria di Jahvè ed ogni uomo vedrà la sua magnificenza”; “Su di te risplende Jahvè, la sua gloria appare su di te”.

 La prima lettura di oggi è un’esortazione rivolta a Gerusalemme: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te”. Mentre le tenebre ricoprono la terra e le nazioni sono nell’oscurità “su di te risplende il Signore”. È facile comprendere la gioia che accompagnava non soltanto i magi, ma ogni Israelita che si recava a Gerusalemme, dove si trovava il tempio del Signore, che con il suo splendore stupiva e offriva il senso della grandezza del loro Dio. “Quale gioia quando mi dissero, andremo alla casa del Signore!”.

Non è difficile per un cristiano percepire il significato di Gerusalemme dopo che Gesù in quella città ha realizzato il mistero della salvezza. In essa è morto, risuscitato e ha mandato il suo Santo Spirito per realizzare la Nuova Gerusalemme in cui sarebbe abitato per sempre: la sua Chiesa. “Su di te risplende Jahvè, la sua gloria appare su di te”. È facile riconoscere in questo testo la promessa che si compie nei tempi successivi. Nel primo tempo la gloria divina si manifestò velatamente nell’umanità di Cristo. Si è oscurata con la sua morte e sepoltura e, poi, con la sua resurrezione è riapparsa sotto la forma della predicazione del vangelo. “Dio, che disse: “Brilli la luce dalle tenebre”, è brillato nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2Cor 4,6).

La Chiesa è l’abitazione di Dio, il luogo dell’incontro dell’uomo con Cristo. La Nuova Gerusalemme siamo noi e attraverso di noi la Chiesa deve risplendere: “Per questo la Madre Chiesa  non cessa di pregare, sperare e operare, esortando i figli a purificarsi e rinnovarsi, perché l’immagine di Cristo risplenda più chiara sul volto della Chiesa” (L.G. 15).

Come i Re Magi, tutti gli uomini sono in cammino verso la Chiesa, come ci insegna il Concilio Vaticano II: “Quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, ma a cui furono dati i Testamenti e le promesse. … I musulmani, che professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico… Gli altri che cercano il Dio ignoto… E anche coloro che non sono ancora arrivati al riconoscimento di Dio, ma si sforzano di condurre una vita retta (L.G.16).

Questa è la visione profetica della Chiesa a cui ci apre la festa dell’Epifania: Cristo, riconosciuto  vero Dio (incenso), Re dell’universo (oro) e vero uomo (mirra).

Questo secondo tempo non costituisce che un lungo cammino verso la realizzazione totale della promessa divina. Nell’Apocalisse Giovanni descrive anticipatamente la nuova Gerusalemme che, al termine della storia, discenderà dal cielo “adorna della gloria di Dio” (Ap 21,10). E, per evocarla, non trova di meglio che riprendere gli stessi termini profetici e la descrive così: “In essa il Signore Dio Onnipotente è il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole… La Gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello” e poi aggiunge: “Le nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a Lei porteranno il loro splendore” (Ap 21,22).

Abbiamo descritto il nostro cammino di fede come il passaggio attraverso Gerusalemme che ci è presentata in tre fasi. Guardiamo alla prima per imparare dai Magi la passione nella ricerca del Signore e una volta trovato adorarlo. Stiamo vivendo nella seconda fase per essere quello che la stella fu per i magi, risplendere, fare strada ai fratelli, perché tutti raggiungano di Cristo. Risvegliamo la nostalgia e la speranza della Gerusalemme celeste, dove è la nostra vera abitazione, dove il Padre ci aspetta come in famiglia; lo vedremo “così come Egli è” e saremo simili a Lui.   

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