Da dove cominciare

Da dove cominciare la conversione della Chiesa, da una chiesa che evangelizza per generazione, di padre in figlio, ad una chiesa missionaria. Guardando in dietro la vita religiosa è stata essenzialmente una vita parrocchiale, cioè legata al territorio e questa è in crisi soprattutto per il fenomeno dell’urbanizzazione e dello spopolamento delle campagne.

Si assiste al fenomeno di parrocchie di un migliaio di persone ridotte a poche centinaia prevalentemente di anziani, quindi destinate in breve a sparire dove tutte le strutture sono state eliminate: scuole, comune, medico, poste ecc…. e c’è rimasto soltanto la parrocchia con un parroco mentre nelle città si sono formate parrocchie di decine di migliaia di persone con un numero insufficiente di clero. Questa situazione è la causa anche della crisi del clero oltre che della organizzazione pastorale stessa. Nelle piccole parrocchie si continua a celebrare ad un numero piccolo di persone e nelle grandi ci si illude della numerosa presenza ma che in percentuale è inferiore a quella delle parrocchie piccole.
Dov’è l’avvenire della Chiesa? Dove sono le forze emergenti dell’evangelizzazione?
Fece una grande impressione nel 1942 un libretto di due preti francesi “Francia paese di Missione” e fece prendere coscienza della situazione reale del paese. Anche in Italia c’è stato qualcosa di simile “Esperienze pastorali “ di don Milani che uscì quando ero seminarista e che essendo stato tolto dal commercio per ordine superiore riuscii a leggere di nascosto in una serata. Praticamente diceva le stesse cose e auspicava una pastorale meno celebrativa e più formativa, meno ricreativa e più catechistica.
E’ evidente che tutta l’Europa è terra di missione e la proposta di Papa Francesco di una conversione della Chiesa verso la missionarietà è l’urgenza del momento.
E’ superata la visone del Vaticano II di Paesi in cui la chiesa è “organizzata” e “paesi di missione”che produsse i due documenti “Lumen gentium” per i primi e “Ad gentes” per i secondi. E il dopo concilio ha centralizzato la “lumen gentium” e la “Gaudium et Spes” non l’attività missionaria lasciando la “Ad gentes” come sottofondo alla “Evangelii nuntiandi” e a “Evangelii gaudium”. La chiesa è tutta missionaria.
Importante prendere coscienza che
è superato il concetto geografico del cristianesimo fondato su una chiesa che si sente come “Istituzione di salvezza”. Non esiste “l’alterità “ dell’altro come è sempre stato considerato fino al Vaticano II. La Grazia di Cristo è sparsa universalmente su tutti coloro “che il Padre ha scelto prima di tutti i secoli” predestinandoli a riprodurre l’immagine del Figlio (L.G.2) ma che era identificata con la Grazia dl Battesimo e alla sua manifestazione istituzionale. Per cui i non battezzati venivano considerati “gli altri” che dovevano essere convertiti perchè fossero salvati.
Questa nuova visione della Salvezza offerta a tutti gli uomini ha imposto un ripensamento della ragione della missionarietà entrata realmente in crisi. Se siamo tutti salvi che necessità c’è di farsi missionari per annunciare Gesù Cristo Salvatore?
Questa è la domanda fondamentale che esige una risposta per muovere la Chiesa alla missione e che sarà oggetto del nostro prossimo intervento.

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