Con la Pandemia una delle cose che siamo obbligati a riscoprire è la famiglia. Vivere in famiglia è un impegno, soprattutto quando si è obbligati dalle circostanze a non allontanarci, capisco le fughe nei parchi per correre e dilatarsi quando l’appartamento è mini, ottimo per pernottarci ma non per viverci.
Sono tante le scoperte che, obbligati a vivere “insieme” e non soltanto “accanto”, si fanno.
Una scoperta importante da fare è Dio stesso che abita in famiglia.
Se l’abitazione di Dio è il cuore dell’uomo, Gesù si è compiaciuto di sottolineare la sua Presenza in una circostanza particolare: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”(Mt 18,20). E quale è la circostanza che risponde di più a queste condizioni se non quella della famiglia in cui due sono addirittura uniti dal matrimonio? Il Concilio Vaticano II dice “Il Salvatore degli uomini e Sposo della Chiesa viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio e rimane con loro perché come egli stesso ha amato la chiesa così anche gli sposi possano amarsi l’un l’altro fedelmente per sempre con mutua dedizione” (G S. 48)
“Viene incontro” e “rimane con loro”.
Bello quest’arrivo di Dio in casa il giorno del matrimonio e , mentre tutti gli altri invitati se ne vanno Lui rimane. Rimane., ovviamente senza disturbare perché è davvero un Signore che non crea disturbo ma corre anche il rischio di passare inosservato. Eppure la convinzione della Sua presenza è talmente forte nella chiesa da chiamare la famiglia “Chiesa domestica”. Perché è abitata da Dio.
Ma in casa dove dov’è? Dove si nasconde?
Lascio la risposta ad una mamma in dialogo col suo bambino, uno di quei bambini curiosi che fanno sempre domande e mettono in difficoltà i genitori quando le domande riguardano cose di chiesa.
“Mamma chi l’ha fatto Dio?”
“Nessuno”.
“perché si è fatto da se?”
“No, no, c’è sempre stato. Nessuno lo ha fatto”.
Altra domanda: “ E Dio com’è fatto?”
Questa volta la risposta la conosceva bene, infatti prese in braccio in figlio, si avvicinò al marito che strinse a se e poi “Ti piace?” Il bambino rispondeva con gli occhi pieni di gioia. “Ecco Dio è fatto cosi’”.
Dio né Amore e dov’è l’amore lì c’è Dio.
Nelle nostre chiesa Dio è nel Tabernacolo e in famiglia è nell’amore tra gli sposi, l’Amore è il tabernacolo della sua presenza in casa.
Eppure tante sono le persone che da anni sono famiglia e non hanno mai percepito la Presenza di Dio. Era la mia curiosità, una curiosità che personalmente non potevo togliermi non avendo famiglia e incontrando Dio in altri appuntamenti, nel Tabernacolo in chiesa, nei poveri, nella Sua parola, nell’intimità di me stesso.
Un anno volli togliermi questa curiosità e durante gli esercizi spirituali a diverse decine di famiglie proposi questo esercizio. Spiegai bene che Gesù ci aveva assicurato la sua Presenza in famiglia, la chiesa lo aveva confermato con un Concilio e aggiunsi: possibile che in dieci, venti, trenta, cinquanta anni di Presenza in casa vostra non vi siate mai accorti di Lui, non avete mai percepito che c’era Qualcuno con voi? Dividetevi per due ore e separatamente esaminate le circostanze della vostra vita coniugale in cui avete percepito la sua possibile Presenza. Dopo due ore da soli invitai le coppie a riunirsi e confrontarsi, il pomeriggio facemmo una plenaria di tutte le coppie e la mia sorpresa fu grande quando tutte erano arrivate alla stessa conclusione. Avevano percepito Dio quando una nuova vita stava per arrivare in casa, “E’ una cosa troppo grande perhè qualcuno no ci abbia messo la mano” e quando in famiglia arriva la Croce; precisò una coppia “Quando arriva la Croce in casa non è come da voi preti che ne arriva una e ve la portate, da noi la croci arrivano a grappolo, mai una soltanto e si ha la sensazione che tutto finisca, invece poi tutto riparte perché? Perché Qualcuno ci ha dato una mano.
Ebbi così la prova della verità della Parola del Signore: Lui è sempre presente dov’è l’Amore e dov’è la Croce.
Durante il confronto generale anch’io volli dire la mia, ovviamente non poteva essere che una sciocchezza non avendo potuto fare quella esperienza: Avendovi visti piangere quando i Vostri figli facevano la Prima comunione ho pensato che quello fosse un bel momento di esperienza spirituale. “Macchè! Allora si piange per le spese”. Che figura ci feci! Ma è vero , soltanto le coppie possono aprire la strada all’esperienza di Dio in casa, come Teresa di Avila ci ha insegnato a trovare Dio nel silenzio e e la solitudine della propria cella, San Camillo al letto dei malati, Teresa di Calcutta nella casa dei più poveri dei poveri.
Ecco cosa fare durante la pandemia, chiusi in casa senza poter uscire: interrogatevi quando Dio vi si è manifestato, quando lo avete percepito; vi accorgerete che la vostra casa è abitata da Lui e allora vi sarà tutto più facile soprattutto portare le Croci e la clausura di questi giorni: c’è un’ospite che non porta il coronavirus, che non è positivo ma capace di liberarvi da ogni male e di aiutarvi a portare la Croce di oggi perchè di Croci se ne intende.