Il Vento e l’Acqua

Ho un certo pudore a dirlo ma a San Pietro non riesco a pregarci, vado regolarmente in pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo, di Wojtyla, di Giovanni XXIII, di Pio XII, di Giovanni Crisostomo e concludo all’altare di San Gregorio Magno, ma durante le liturgie ho davvero dei problemi a mantenere la devozione e onestamente, guardandomi intorno, credo di non essere solo.

Perché? Sono abituato in un alto genere di Chiese, a Firenze sono decorate all’esterno ma nude all’interno, a Roma è il contrario, sono stato ordinato prete nella splendida cattedrale di Fiesole di puro stile romanico in cui non puoi non pregare: c’è Dio solo, niente ti distrae da Lui.

Ieri sera è stata la seconda volta in cui sono riuscito a pregare, anzi ho anche pianto.

La prima volta fu il funerale di Giovanni Paolo II. Piazza san Pietro era gremita di fedeli quando nel più profondo silenzio si aprì la tenda del cancello centrale della basilica e anziché il Papa apparve la sua bara portata dai sediari. Piansi, e non ero l’unico. Posso testimoniare che in quel momento avvennero alcuni miracoli alle persone presenti in Piazza, miracoli di ordine morale. Cominciò la celebrazione in cui pregai davvero e mi aiutò molto vedere che mentre celebravamo la Messa in Vento sfogliava le pagine dell’Evangelario che era sopra la bara del Pontefice. Ci vidi lo Spirito Santo che ci offriva nel vangelo la lettura della vita del Santo. Alla fine, in mezzo alla Piazza, si alzò uno striscione con scritto “Santo subito”, era proprio quello che avevo nel cuore. Fu una mattina indimenticabile, una mattina di vera preghiera. Soprattutto mi è rimasto nel cuore il Vento che sfogliava il Vangelo come espressione di una vita santa. La vita di Wojtyla era diventata Vangelo e lo Spirito ce la mostrava.

La seconda volta in cui ho veramente pregato è stata ieri sera quando il Papa ci ha convocato, via internet, in Piazza San Pietro  dove ci ha fatto trovare i segni più autentici della nostra fede: il Crocifisso e l’immagine di Maria. Trovarli di nuovo in piazza era una preghiera, erano i testimoni di interventi straordinari della Misericordia di Dio in casi analoghi al nostro, era come dire loro: non ci siamo dimenticati, sappiamo a chi rivolgerci.

Per Wojtyla il vento e ieri sera la pioggia, ambientazione stupenda per quello che stavamo per fare. Il Papa evidentemente sofferente esprimeva la fatica dell’umanità in questo giorno di prova ma ci ha evangelizzato, ci ha annunciato la Buona Notizia che il Signore Gesù è sulla stessa barca in cui siamo noi e la barca è in piena tempesta, poi dalla basilica completamente vuota è arrivato Lui in persona, lo avevamo svegliato con la nostra preghiera e gli abbiamo chiesto di aiutarci  e mentre la pioggia abbondante cadeva sulla piazza vuota ci ha benedetti. Era il Papa che lo portava, un Papa cadente, sembrava che non riuscisse neppure a sostenerlo fino alla fine, lo capisco bene, come il vecchio Simeone che” portava Gesù ma era Gesù che portava Lui”.

Due segni mi hanno fatto pregare: il vento e l’acqua. Non si prega senza lo Spirito Santo, è Lui la nostra Preghiera, è Lui che grida in noi “Abba Padre” e ci riempie il cuore della pace di chi si sente amato tra le braccia del Padre. L’acqua è il segno per eccellenza della presenza del Signore: siamo stati battezzati nell’acqua ed è proprio nell’acqua che ci è stato rivelato che siamo diventati figli.  L’acqua di ieri sera su piazza San Pietro non è stato un uragano ma un’acqua che veniva giù serena e dolce che bagnava ma non distruggeva, portava la vita non la morte. Era “sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta” era la Parola che il Padre ha detto ai suoi figli che piangevano e ai quali ha voluto far vedere le sue lacrime.

Per Wojtyla il Padre aveva mandato ”frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento”.Laudato si’, mi’ Signore per frate “virus” che è venuto su di noi come una “piaga” ma sappiamo che è nelle tue mani e che gli puoi comandare come a tutte le creature di non far del male ai tuoi figli che credono in te.

Le lacrime che ci hai manifestato ieri sera ci assicurano che soffri insieme a noi  e che la Tua Onnipotenza di Padre provvederà  a soccorrere la nostra debolezza.

Copyright © 2023 giuseppemani.it - Powered by NOVA OPERA