A seguito della Resurrezione ci sono molte cose che stupiscono nell’atteggiamento del Risorto: prima di tutto questa serie di apparizioni che, se facevano piacere ai suoi amici, creavano anche uno stato di sorpresa da infarto: vedere un morto che si muove, mangia, entra senza aprire le porte non era sicuramente una cosa a cui erano abituati anche se i tre anni alla sequela di Cristo ne avevano viste di belle, perfino risorgere i morti.
Ecco: dovevano abituarsi ad un nuovo stato di cose. Quello stesso Gesù che avevano conosciuto e con cui avevano condiviso la vita per tre anni continuava ad essere con loro perché non era il “morto che parla” ma il Vivente che non muore più. Gesù si prese quaranta giorni per abituare i suoi a questo nuovo stato di cose. Dopo di che non si fece più vedere ma li aveva convinti che era ugualmente con loro. Il primo esercizio a cui sottopose i suoi fu quello di insegnare loro che il suo volto era cambiato: non era più quello che aveva ricevuto da Maria ma quello del prossimo. Questa la ragione per cui a prima vista non lo riconoscevano quando si manifestava. Basti pensare ai due discepoli di Emmaus con cui fa un bel tratto di strada, insegna le Scritture e li rimprovera. Nel cenacolo addirittura lo credevano un fantasma e ugualmente quando lo videro sulla spiaggia del lago mentre stavano pescando. In tutte queste apparizioni c’è un dato comune: finiscono tutte col mangiare qualcosa: la colazione del pesce arrostito sulla spiaggia del lago, i resti della cena nel cenacolo e lo spezzare il pane ad Emmaus. Di questo c’è una chiara ragione: Cristo sarebbe stato presente in molti modi, nel prossimo, nella Scrittura, nella Chiesa, nei fratelli ma la sua presenza fondamentale sarebbe stata l’Eucarestia. Sarebbe stato presente in immagine, con la sua potenza ma la sua presenza in persona, col suo corpo glorificato sarebbe stata nell’Eucarestia. Ogni credente può dire che L’Eucarestia è Gesù e Gesù è l’Eucarestia. Madre Teresa di Calcutta riassume tutto questo quando dice che le sue Missionarie della Carità prima di andare dai poveri devono fare ogni giorno due ora di adorazione dell’Eucarestia perché ”Chi non riconosce Gesù nell’Eucarestia non riuscirà a riconoscerlo nei poveri”. Ogni anno la chiesa si mette in ascolto del Risorto per imparare queste lezioni fondamentali per la sua vita: Gesù non è “il morto che parla” ma il Vivente che non muore più, non è vivente ma assente ma vivente e presente “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”, la sua presenza “in persona” e nell’Eucarestia. Questi giorni che ci separano dalla sua Ascensione al Padre servano, con la Sua Grazia a prendere coscienza di quella fede che la notte di Pasqua abbiamo rinnovato.