Senza speranza non si vive

L’abito per aspettare è la speranza. Ecco perché la speranza è la virtù dell’avvento.

C’è poco da sperare, mi sembra invece che ci siano ragioni per disperare, mi diceva un amico dopo aver ascoltato una mia omelia in cui avevo parlato della speranza, ovviamente con poco risultato. In politica , continuava l’amico, uno ci dice che le cose vanno bene e un altro che vanno a rotoli, in Comune c’è addirittura una mafia propria, la mafia capitale, il Papa, in aereo a diecimila metri tornando dall’Africa ha detto che anche in Vaticano c’è la corruzione, come si può parlare di Speranza?

Eppure sentiamo il bisogno di ottimismo per poter vivere e non è un orientamento naturale verso l’illusione che porta alla delusione, ma una necessità insita nella nostra natura. Senza speranza non si vive, si sopravvive.

Perché sperare? Il Concilio Vaticano II ce lo ripetuto più volte: la dimensione orizzontale della vita non può essere mai separata da quella verticale. L’uomo non può vivere senza Dio.

La speranza , come la fede e la carità, sono virtù teologali che cioè ci vengono date da Dio ed hanno Dio come oggetto. Speriamo perchè Dio è Dio ed abbiamo la certezza , è Lui che ce lo ha assicurato, che raggiungeremo Lui Sommo Bene e che tutta la storia cammina verso di Lui, quindi verso la sua pienezza. Chi prevede catastrofi come la fine del mondo imminente potrà vedere solo cose passeggere perché la vita vincerà sulla morte e il bene sul male.

Questa speranza è un dono che possiamo chiedere a Dio e “sperare contro ogni speranza”con la certezza di non essere degli illusi. Se chiediamo il dono di sperare siamo certi che la nostra preghiera verrà esaudita, ci sentiremo il cuore riempirsi di una misteriosa fiducia che ci spinge a lavorare per porre segni di speranza anche per chi non spera e preparare la venuta di Cristo che , non ci aspetta, ma ci viene incontro per riempire di gioia la vita. E’ la gioia di cui dobbiamo rivestirci per accogliere il Signore che viene.

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