Carissimi lettori,mi chiamo Mattia Albano, sono un seminarista del Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata e vorrei parlarvi della mia esperienza vocazionale. Il seminarista, in cerca di una risposta alla sua chiamata, interroga Dio così come un bambino interroga suo padre, con fiducia e pazienza, sicuro che la risposta giusta sarà data a tempo debito, quando sarà in grado di assimilarla. Così anche in tutti gli ambiti della nostra vita , secondo le circostanze, dobbiamo confrontarci con dei perché: chi sono? perché esisto? perché c’è la sofferenza o il male?
Questi perché riguardano in un certo qual modo, il senso stesso della nostra vita. La risposta a queste domande potrà essere data solamente da Dio. Anche io, nel mio cammino di discernimento, e conferma a tale chiamata, mi sono posto dei perché: perché proprio io?, perché Dio dovrebbe chiamare proprio me?, ecc. La risposta a questi miei interrogativi l’ho ricevuta incontrando Dio, e la sua grazia ha cominciato a lavorare in me , sino a fare germogliare un desiderio di seguirlo , di servirlo , di amarlo. Con questa certezza nel cuore, ho iniziato il mio cammino in Seminario,imparando ad affidarmi totalmente a Dio, lasciando che sia Egli stesso a guidarmi, Lui solo farà la mia felicità. Cristo attira uomini e donne alla sua sequela, e aspetta da ognuno un’adesione fiduciosa e chiede a ciascuno, una crescita nell’amore. Molte nel mio cammino vocazionale sono state le sofferenze,legate alla mia vita personale e familiare, ma queste non mi hanno allontanato da Cristo, anzi mi hanno molto avvicinato a Lui, sapendo che un servizio e una donazione totale di sé avviene solo nella sofferenza, come Cristo stesso ci insegna sulla Croce. Non escludo che, insorgono delle domande inerenti a ciò che Dio potrebbe aspettarsi da me: sarò felice? Perderò la mia libertà? È la mia strada? Mancherò in qualcosa? È chiesto troppo?. Ma sono paure e interrogativi, che in parte hanno già trovato risposte, e che ne troveranno altre durante il mio cammino. Tuttavia quanto più trovo Dio rispondendo alla sua chiamata, tanto più desidero andare avanti con lui. Certe volte, gli insuccessi o qualsiasi tipo di sofferenza, mi spingono a pormi vere domande e a volgermi verso il Signore. Non saprei cosa dire di più, perché quando parlo della mia vocazione molto spesso è “imbarazzante” perché è come se parlassi ad un amico del mio amore per una Persona che io ho realmente incontrato e, che è Cristo. Si, sono certo di averlo incontrato e sicuro di volerlo seguire, per sempre o in questo cammino al Sacerdozio, o per altre vie che Egli mi indicherà. Gesù nel Vangelo ci invita a seguirlo, a “prendere il suo giogo soave”, allora sapendo che nel mio cammino è necessario, avere Cristo e soltanto Cristo come riferimento, mi voglio arricchire della sua povertà al fine di essere davvero quello che Lui vuole, per essere un buon discepolo e fare la sua volontà. Mi affido a Maria, Discepola e Madre, affinché custodisca nel suo Cuore Immacolato la mia vocazione, e la vocazione di tanti altri giovani come me.
Grazie.