Categoria: Buona novella

La chiesa comunione

La chiesa comunione

XXIII Domenica del T.O.

I testi delle tre letture di questa domenica possono essere presi nel senso morale. La prima lettura ci dice: per la vostra integrità è indispensabile avvertire i “cattivi” ‘perchè la loro condotta li conduce alla morte. La seconda lettura presenta l’amore degli altri come una legge, non un lusso. Il primo grado di questo amore consiste di non far niente di male al prossimo. Il vangelo perfeziona la consegna di Ezechiele. Rimettere un fratello sulla giusta strada sorpassa l’impegno individuale.

Perdere la vita a causa mia

Perdere la vita a causa mia

XXII Domenica del T.O.

Cesarea di Filippi è al nord e Gesù torna indietro per ridiscendere a Gerusalemme dove sarà crocifisso. E’ un momento in cui si mette in cammino verso la morte e mette ai discespoli in chiaro il problema della sua identità. “Chi sono io per voi’” questione della sua origine. Da dove viene Gesù? E Pietro riconosce che viene da Dio. Ma la fede non è totale se non accetta totalmente di seguire Gesù “dove va” cioè a Dio attraverso la Pasqua. Questo passaggio è costruito con un circolo della fede nella sua fase ascendente (dove va Gesù) e la fase discendente (da dove viene Gesù).

Tu sei il Cristo

Tu sei il Cristo

XXI Domenica del T.O.

Cio che appare con evidenza è che la parola “Tu sei il Cristo”, tu, Gesù di Nazareth, di cui conosciamo la famiglia non viene “dalla carne e dal sangue”. Traduciamo: tutti i ragionamenti del mondo, tutte le deduzioni, tutti gli studi storici ci lasciano alla soglia della fede. Per dire “Gesù è il Signore” ci vuole la potenza dello Spirito, “nessuno va al Padre se il Padre non lo attira. Nessuno conosce il Figlio se non il Padre. La Parola della fede è dunque un evento mistico: è Dio stesso che si pronuncia in noi. Ma si produce una mutazione nel credente.

Tutti alla tavola di Dio

Tutti alla tavola di Dio

XX Domenica del T.O.

Qualche tempo fa entrando in chiesa fui colpito dalla presenza di una persona dai lineamenti  asiatici che stava pregando con particolare fervore. Incuriosito, mi avvicinai e gli chiesi da dove veniva e se fosse cattolica.  Veniva dallo Sri-Lanka e non era cristiana.  Avviando il discorso chiesi perché venisse a pregare in una chiesa cattolica. “Non ci sono luoghi di culto della mia religione. Ma il tuo Dio è il mio Dio anche se si chiama in maniera differente. Sono venuta a pregare  il mio Dio anche se si chiama in maniera diversa.

La Pasqua della Madonna

La Pasqua della Madonna

Assunzione 2023

Alcuni immaginano che il dogma dell’Assunzione significhi che Maria non è morta. Non è così. Invece vuol significare che  Maria è talmente solidale con Cristo che se Cristo è nella gloria, giustamente anche Maria è nella gloria e come Gesù ha conosciuto la morte anche Maria l’ha conosciuta. L’Assunzione ci ridice la Resurrezione. Maria è vivente “corpo e anima”. Quando si dice elevata al cielo si dice qualcosa di più: Non è soltanto passata attraverso la morte ma la vita che ha vissuto sulla terra è entrata nella sua pienezza. Come l’Arca dell’Antica Alleanza che passerà dalla precarietà del su soggiorno sotto la tenda nella dimora stabile del tempio, luogo simbolico della presenza di Dio tra gli uomini.

Perchè dubitare?

Perchè dubitare?

XIX Domenica del T.O.

Questo passo evangelico sul mare ci sorprende per il suo carattere spettacolare non consueto nel Vangelo. Lo spirito cartesiano cerca spiegazioni razionali al fatto per renderlo più credibile. SI capisce il significato dei vari miracoli come le guarigioni ma camminare sulle acque è pià difficile trovare un significato. Eppure questo episodio rivela Gesù Salvatore, vincitore per la sua resurrezione. Molti dettagli del testo lo confermano. La venuta di Gesù alla fine della notte evoca la sua uscita dalla tomba. La sua presenza accogliente dei discepoli richiama le sue apparizioni dopo la Resurrezione quando loro pensano “di vedere uno spirito”. Gli rassicura con la stessa parola “Sono io, non abbiate paura”.

Trasfigurazione del Signore

Trasfigurazione del Signore

2023

All’inizio del mese di agosto, all’inizio della novena di preparazione alla festa della Pasqua di Maria la chiesa ci propone la trasfigurazione del Signore invitandoci a salire sul Tabor col maestro per riconoscere il suo vero volto e contemplare il volto del Padre in colui “in cui è tutto il Suo Amore” e, nella speranza, il nostro vero volto perchè il Padre “ci ha voluti ad immagine del Figlio suo”. Gesù rivestito dell’Amore del Padre è anche rivestito della gloria di Dio, questa stessa gloria che aveva presso Padre da prima della creazione del mondo, dirà Lui stesso , prima di entrare nella sua passione. (Gv 17,5). 

Un buon investimento

Un buon investimento

XVII Domenica del T.O.

Nelle nostre parabole, l’accoglienza del Regno di Dio, che comincia come l’accoglienza di Cristo e della sua Parola, non è presentata come qualcosa di oneroso ma come un buon affare: si tratta di acquistare, di guadagnare… . Temiamo sempre ogni discorso in cui si invita “a perdere tutto”  se non è accompaganto da una controparte: per trovare, per guadagnare. Il giovane ricco è invitato a lasciare le sue ricchezze ma anche per acquistare un tesoro. E’ anche la chiaroveggenza del seminatore: rischia il seme ma per avere la messe. Non andiamo a Cristo per sacrificarci, per annientarci per subire una perdita . Se Abramo lascia “il paese di suo padre” è per prendere possesso della terra che Dio gli promette. Il Vangelo è annuncio della vita, non della morte, è una piattaforma per scegliere la vita. Il Regno della vita  si intalla malgrado tutto.

I buoni e i cattivi

I buoni e i cattivi

XVI Domenica del T.O.

A prima vista la parabola classifica gli uomini in due categorie. Rischiamo di sentirci confermati nel nostro modo manicheo di guardare il mondo. La parabola invece è là per dissuaderci ad agire così. Il giudizio è rinviato alla fine della storia. Rischiare di voler separare i cattivi, erigersi a giustizieri, è un tentativo da ciechi. Non sapremo mai ciò che esattamente dividiamo. Il buon grano e la zizzania se esistono fuori di noi esistono anche in noi e ciò oscura il nostro sguardo.

Gesù parlò in parabole

Gesù parlò in parabole

XV Domenica del T.O.

La natura e il cosmo non sono il semplice quadro per le nostre attività o semplicemente un avversario che dobbiamo dominare. Anche le cose sono ad immagine di Dio e anch’esse sono lavorate dallo Spirito Creatore. È per questo che Gesù può parlare in Parabole. C’è un parallelismo, una analogia, una similitudine tra le realtà “naturali” (la crescita di una pianta, il lavoro umano, le relazioni profane tra gli uomini) e il “Regno”. È per questo che Gesù comincia spesso con le parole: “Il Regno di Dio è simile a…”, come vedremo anche le prossime settimane. Questo ci basta per capire che la classica distinzione tra l’ordine naturale e quello soprannaturale, per quanto pratica essa sia, non è da assolutizzare. Tutte le nature sono di origine soprannaturale, perché sono originate da Dio.

I saggi e i sapienti

I saggi e i sapienti

XIV Domenica del T.O.

Il testo evangelico di questa domenica ci presenta Gesù in una particolare situazione: intorno a lui c’è una crisi. Perfino Giovanni si pone questioni sulla identità di Gesù: “Sei tu Colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”.  Gesù spiega che la gente di questa generazione rifiuta il messaggio liberatore di Gesù. Anche le città del lago restano sorde al suo messaggio. In questa situazione si situa il Vangelo di questa domenica. Difronte a coloro che rifiutano la Buona Novella, Gesù designa coloro che l’accolgono: “i piccoli e i poveri” nel senso biblico, coloro che, liberi da tutto, compresa la scienza e la sapienza su cui ci si appoggia, accettano di lasciarsi istruire, accogliendo la Parola che viene di fuori. Soltanto loro sono il luogo di una creazione possibile. In essi la parola creatrice può fare apparire il nuovo.

Amare di più

Amare di più

XIII Domenica del T.O.

Le parole forti con cui si apre il discorso di Gesù ci illuminano sul modo con cui il Signore aspetta il nostro amore. Gesù parla direttamente di genitori e di figli e la cosa ci rimanda immediatamente alla genealogia, la trasmissione della vita. Il padre e la madre rappresentano un radicamento nella razza umana e i figli e le figlie la sopravvivenza sulla terra. Gesù non dice che tutto questo è vano e disprezzabile. La chiesa non ha dissociato Gesù da sua Madre né da Giuseppe. Matteo e Luca ci raccontano una genealogia per radicare Gesù nella totalità del suo popolo. È necessario cercare di comprendere il vero significato di questo “amare di più” e liberarci dalla cattiva interpretazione di queste parole.

Fede e paura

Fede e paura

XII Domenica del T.O.

Gesù, parlando ai suoi che manda ad annunciare il vangelo, li mette in guardia circa la situazione che troveranno e anche quelle che saranno le loro reazioni interiori.

La parola si apre con la situazione di Geremia: “Terrore all’intorno, denunciatelo e lo denunceremo. Tutti i miei amici spiavano la mia caduta”. Erano le premesse di quanto è poi capitato al Profeta che rimane fedele alla sua missione.  La forza che spinge i profeti ce la rivela San Paolo nella seconda lettura: “L’amore di Cristo ci spinge. Se uno è in Cristo è una nuova creatura”.

Gesù evangelizzatore

Gesù evangelizzatore

XI Domenica del T.O.

La liturgia di oggi ci presenta come in un meraviglioso affresco la figura di Gesù, evangelizzatore del Padre. Parte da lontano. Nella prima lettura ci viene presentato una immagine di Cristo in Mosè, che è direttamente incaricato da Dio di parlare al suo popolo. Paolo ci descrive Gesù che viene ed è disposto a far tutto, anche a dare la vita per noi, che annuncia il Vangelo del Regno quando eravamo peccatori.

Festa dell’Eucarestia

Festa dell’Eucarestia

2023

La realtà più importante della nostra fede è l’Eucarestia. L’unico obbligo che la Chiesa impone è la partecipazione domenicale all’Eucarestia. I Martiri di Abilene dichiararono: “Senza l’Eucarestia non possiamo vivere!”.  Perché? Domandiamoci quando siamo alla Messa: perché siamo in chiesa per questo rito? Unicamente per obbedire ad un formale precetto di Gesù: “Fate questo in memoria di me!”. Cos’è “Questo” di cui parla Gesù? Non è un rito o una devozione, è la celebrazione dell’Alleanza col Signore.

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